Bruxelles – La Russia continuerà ad essere una minaccia per la Nato, anche se si dovesse raggiungere la pace in Ucraina. Ne è convinto il Segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, che da Londra ha lanciato l’appello ad aumentare le difese aeree e missilistiche del 400 per cento per proteggere i cieli dei 32 Stati membri dagli attacchi di Mosca.
C’è bisogno di un “salto quantico” nelle capacità di difesa collettiva della Nato, se i suoi membri vogliono mantenere una deterrenza credibile verso l’esterno. A partire da “un aumento del 400 per cento della difesa aerea e missilistica” per difendere lo spazio aereo dei membri dell’organizzazione. Non lascia spazio a interpretazioni il messaggio consegnato oggi pomeriggio (9 giugno) dal capo dell’Alleanza nordatlantica, Mark Rutte, durante un evento del think tank londinese Chatham House iniziato poco dopo un bilaterale col primo ministro britannico Keir Starmer.

Secondo l’ex premier olandese, “le nostre forze armate hanno anche bisogno di migliaia di veicoli blindati e carri armati in più, milioni di proiettili di artiglieria in più, e dobbiamo raddoppiare le nostre capacità di supporto, come la logistica, l’approvvigionamento, i trasporti e l’assistenza medica”. Vanno inoltre rimpinguate le riserve e gli stoccaggi, svuotati dagli aiuti forniti a Kiev per resistere all’aggressione di Mosca.
Tali imperativi sono legati alla minaccia posta dalla Russia di Vladimir Putin sul fianco orientale dell’Alleanza, che secondo le proiezioni continuerà a spendere in difesa circa il 6,5 per cento del proprio Pil. “In Ucraina vediamo come la Russia semina il terrore dall’alto, quindi rafforzeremo lo scudo che protegge i nostri cieli“, ha scandito Rutte. Del resto, ha ragionato, “il pericolo non scomparirà nemmeno quando la guerra in Ucraina finirà“, dal momento che la Federazione “potrebbe essere pronta ad usare la forza militare contro la Nato entro cinque anni“.

Per rispondere alla nuova realtà geostrategica del Vecchio continente, i capi di Stato e di governo dei Paesi membri si preparano a dare il via libera all’aumento delle spese militari al 5 per cento del Pil al prossimo summit dell’Aia in calendario per il 24-25 giugno (contando un 3,5 per cento di bilancio per la difesa e un ulteriore 1,5 per cento dedicato ad altri investimenti strategici, ad esempio infrastrutture fisiche e sicurezza informatica).
La risposta di Mosca non si è fatta attendere. Nelle parole del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, la Nato “si sta dimostrando uno strumento di aggressione e confronto“. Secondo l’alfiere della propaganda putiniana, “i contribuenti europei spenderanno i loro soldi per disinnescare una minaccia che dicono provenire dal nostro Paese, ma che non è altro che una minaccia effimera“.