Bruxelles – Nel 2024 l’Unione europea ha contributo agli introiti della Russia con pagamenti diretti per 21,6 miliardi di euro in acquisti di energia. A fornire le cifre è il commissario per l’Energia, Dan Jorgensen. Si tratta delle spese sostenute dagli Stati membri in forza di accordi commerciali sottoscritti prima dello scoppio della guerra in Ucraina, e comunque, sottolinea Jorgensen, il dato del 2024 va letto rapportandolo ai flussi commerciali pre-conflitto: nel 2022, sottolinea nella sua risposta all’interrogazione parlamentare in materia, gli Stati membri dell’Ue avevano pagato a Mosca 144 miliardi di euro.
Dunque le politiche di diversificazione delle fonti e di affrancamento dal fornitore russo stanno dando di frutti, sottolinea ancora il commissario. Solo nel 2024, rileva, si registra “un declino di pagamenti dell’85 per cento” rispetto al 2022 e “risparmi per 122 miliardi di euro“. Numeri che “dimostrano i progressi raggiunti dall’Ue nel ridurre la dipendenza delle importazioni energetiche russe“.

Una volta di più Jorgensen rivendica il lavoro svolto da istituzioni comunitarie e governi nazionali per mettere la federazione russa nell’angolo. Lo aveva già fatto presentando il calendario Ue che vuole la completa indipendenza energetica da Mosca nel 2027, e lo fa ancora rispondendo alle richieste che arrivano dal Parlamento europeo (nello specifico dai banchi dei liberali). Quindi ribadisce: “L’Unione europea punta a eliminare completamente i combustibili fossili russi“. I numeri indicano che l’Ue è sulla buona strada.