Bruxelles – L’Italia porta sul tavolo del consiglio Agricoltura e Pesca dell’Unione europea il ‘No’ suo e di altri 16 Paesi all’ipotesi di fondo unico per la Politica agricola comune nel prossimo bilancio a lungo termine dell’Ue. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, lo aveva anticipato, lo scorso 8 maggio, a margine della conferenza sulla Visione per l’Agricoltura e l’alimentazione a Bruxelles. E oggi ha presentato ai suoi omologhi il documento – stilato con la Grecia e sostenuto inizialmente da Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Ungheria, Irlanda e Portogallo cui si sono aggiunte poi altre capitali – che raccoglie l’opposizione all’idea di accorpamento, nel prossimo Quadro finanziario pluriennale dell’Ue, delle risorse della Politica agricola comune, della Coesione e di altri programmi, in un fondo unico.
“Oggi l’Italia insieme alla Grecia ha detto no all’accorpamento dei fondi per l’agricoltura e per la pesca in un fondo unico europeo. Alla nostra posizione si sono aggiunte altre quindici nazioni, è un grande successo”, ha commentato Lollobrigida in una nota stampa a margine della riunione. “Ma è solo l’inizio per avviare un cambio radicale necessario nell’approccio al settore primario”, ha aggiunto. Di fatto, come ha spiegato il ministro nel corso della riunione Ue, “la Pac deve essere adeguatamente finanziata e deve trovare lo spazio che le compete nell’ambito del futuro bilancio dell’Unione europea” e va ribadita “la centralità della Pac come strumento e di una Pac forte” in un’ottica che vede nell’agricoltore “non solo il primo a promuovere la produzione di cibo, ma anche la garanzia per l’ambiente”.
Nel testo, Roma e Atene sottolineano che, “nonostante il contributo positivo della Pac e della Politica Comune della Pesca (Pcp) al miglioramento della sicurezza alimentare, della sostenibilità ambientale, della protezione delle zone rurali e costiere e del sostegno al reddito di agricoltori e pescatori, è in corso un dibattito sulla continuità dei fondi specifici per le politiche e sull’idea di integrare i fondi per l’agricoltura e la pesca in un fondo unico più ampio nell’ambito di un programma nazionale unico per Stato membro”. Qui i Paesi esplicitano le loro “forti preoccupazioni” rispetto al fondo unico perché “ciò comporterebbe un rischio concreto di indebolire l’efficacia e la coerenza delle politiche e di perdere la flessibilità necessaria per soddisfare le esigenze del settore”.
Perciò, gli Stati osservano che “l’idea di creare un fondo unico e un piano unico per tutti gli strumenti di intervento dell’Ue non è affatto adeguata agli ambiziosi obiettivi attribuiti alla Pcp e alla Pac” e che “rappresenterà una minaccia per le efficacissime misure di sviluppo rurale, essenziali per un’agricoltura sostenibile e completa in tutto il territorio dell’Ue”. Perciò, “invitiamo la Commissione a rispettare un bilancio coerente e dedicato all’agricoltura e alla pesca”, scrivono.
E la posizione dei Paesi trova, già da tempo, il favore del commissario Ue all’Agricoltura, Christophe Hansen. “La mia posizione è chiara: abbiamo bisogno di un bilancio specifico per la Politica agricola comune per definire il futuro dell’agricoltura e delle nostre politiche. Non voglio cambiare ciò che funziona”, aveva detto nella conferenza sulla Visione per l’Agricoltura e l’alimentazione, lo scorso 8 maggio, a Bruxelles. E oggi si è ripetuto. “Da parte mia, è importante dire che abbiamo una Politica agricola comune che ha dimostrato negli ultimi sei decenni di poter rispettare gli obblighi del Trattato in materia di reddito equo per gli agricoltori, sicurezza e sovranità alimentare, ma anche prezzi alimentari accessibili per i nostri consumatori. È un aspetto molto importante. Credo quindi che gli strumenti debbano rimanere solidi ed efficienti anche in futuro”, ha affermato.