Bruxelles – Un euro forte come risposta alle turbolenze del mondo contemporaneo. Un apprezzamento della moneta unica dell’Ue che passa per nuovo impulso commerciale e militare. In altre parole, più accordi di libero scambio e maggiore integrazione europea nella difesa. Non va troppo per il sottile, la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde. “Il commercio e la potenza militare sono importanti per stabilire la domanda di una moneta internazionale“, afferma intervenendo al centro Jacque Delors di Berlino.
La numero uno della Bce rilancia con forza due concetti da lei stessi espressi in momenti diversi. Il primo lega il sostegno dell’industria pesante alla crescita economica. La questione è certamente contabile, occupazionale e produttiva: un’espansione è e resta un’espansione, e la difesa non fa eccezione. Decimali di punti di Prodotto lordo in più, con tutte le ricadute del caso. Il secondo concetto è stato espresso in occasione delle scelte dell’amministrazione Usa in ambito commerciale: la linea della Bce è astenersi da guerre dei dazi e rispondere con nuovi accordi con altri partner.
L’Ue, ricorda la presidente dell’Eurotower, “ha la più grande rete di accordi commerciali nel mondo”. Può rivendicare e vantare di essere “il partner commerciale numero uno per 72 paesi, che insieme rappresentano quasi il 40 per cento del Pil mondiale”. Questo status si riflette nella quota dell’euro come valuta di fatturazione, che “si attesta a circa il 40 per cento”. Dunque, sottolinea Lagarde, “l’Europa può spingere a casa questo vantaggio continuando a forgiare nuovi accordi commerciali”.
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Però, avverte nel suo intervento, “c’è un limite a quanto una moneta può crescere semplicemente in virtù dell’essere aperti al commercio”. Ecco che entra in gioco la questione difesa. “Gli investitori, e in particolare gli investitori ufficiali, cercano anche una garanzia geopolitica in un’altra forma“, sottolinea Lagarde. Che quindi chiarisce: “Investono in asset di regioni che sono partner di sicurezza affidabili e possono onorare le alleanze con forza dura”. Ne consegue che “una base geopolitica credibile deve anche poggiare su solide partnership militari“.
Questa doppia forza – commerciale e militare – “è essenzialmente ciò che possiamo imparare dal dominio del dollaro statunitense”, continua una convinta Lagarde. “Non è solo un prodotto di fondamentali economici, ma è anche fortemente rafforzato dalle garanzie di sicurezza”. Come l’hanno fatto gli Stati Uniti può farlo anche l’Unione europea, messaggio e incoraggiamento della numero uno della Bce. “Stiamo assistendo a un importante cambiamento in Europa verso la ricostruzione del nostro potere duro, con importanti iniziative a livello nazionale e comunitario. E dovremmo essere chiari sul fatto che seguire questo sforzo è una condizione preliminare per l’euro per diventare più ampiamente utilizzato“.