Bruxelles – Gli strumenti finanziari messi a disposizione dall’Ue per incrementare le spese militari nazionali “dipendono ovviamente anche dalle situazione fiscale di ciascun Paese”, è vero. E chi non ha lo spazio per indebitarsi con i prestiti di Safe e con l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita, trovi altri modi. Il commissario europeo per la Difesa, Andrius Kubilius, in visita a Roma, non offre altri appigli al governo italiano e si “augura” che “trovi il modo migliore per attuare concretamente la necessità di aumentare la spesa per la difesa“.
Il commissario lituano, insieme al ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha visitato la Thales Alenia Aerospace Italia Space Factory, al Centro spaziale di Fucino e all’Avio Aerospace. Per poi recarsi a Montecitorio per una sessione congiunta delle commissioni Affari europei e Difesa, dove ha presentato gli ultimi sviluppi relativi al piano di riarmo europeo e alle strategie future per l’integrazione della difesa e dello spazio in Europa.
“Abbiamo davanti due importanti compiti da affrontare: aumentare le nostre capacità di deterrenza verso la Russia e realizzare capacità concrete sul lungo termine, per essere pronti dinanzi a una retrocessione Usa nel continente europeo“, ha dichiarato Kubilius di fronte ai deputati. Da un lato, nel breve termine, i servizi segreti tedeschi “hanno previsto che la Russia potrebbe essere pronta nei prossimi cinque anni a mettere alla prova l’articolo 5 della Nato” (che stabilisce che se un paese dell’Alleanza viene attaccato, tutti gli altri sono obbligati ad assisterlo). Dall’altro, “a causa dell’ascesa militare della Cina, gli Stati Uniti sposteranno sempre più le loro risorse verso l’Indo-Pacifico e diminuiranno la loro presenza nel continente europeo”, ha spiegato il commissario.

L’Unione europea deve cambiare marcia e prendersi le proprie responsabilità quando si parla di sicurezza. Kubilius ha parlato di “mille miliardi di spese aggiuntive da sostenere nell’ambito della difesa”. Più degli 800 miliardi che, in modo decisamente ottimistico, Ursula von der Leyen aveva previsto di mobilitare nei prossimi anni attraverso l’allargamento delle maglie del patto di stabilità e crescita e lo strumento da 150 miliardi per prestiti garantiti dal bilancio Ue.
Per ora, circa i due terzi dei Paesi membri hanno previsto di utilizzare la clausola di emergenza per spendere fino all’1,5 per cento del Pil in investimenti per la difesa nei prossimi quattro anni senza violare le regole sul deficit e sul debito pubblico. Mentre sullo strumento Safe, che i 27 approveranno formalmente domani (27 maggio), i dubbi persistono in diverse capitali. Roma inclusa.
Ammettendo che l’utilizzo degli strumenti Ue “dipende ovviamente dalla situazione fiscale di ciascun Paese”, e sottolineando che “la premier Meloni sta davvero facendo molto per rafforzare la sicurezza europea” sostenendo con fermezza l’Ucraina, Kubilius ha però messo in chiaro: “Dobbiamo sempre comprendere che la difesa è l’attuazione del più importante valore di solidarietà in Europa, perché la difesa europea si basa sul principio di difesa collettiva. E se uno Stato membro non investe a sufficienza nella propria difesa, riduce anche le capacità di difesa di tutti gli altri Stati membri”.