Bruxelles – Le sostituzioni azzeccate, i gol scaccia-crisi, il triplice fischio, e poi la festa. L‘Union Saint Gilloise è campione del Belgio per la dodicesima volta, 90 anni dopo l’ultima. La squadra di Bruxelles scrive la storia del calcio nazionale con una vera e propria impresa: un avvio di stagione stentato e poi un recupero di posizioni e soprattutto punti che ha prodotto una cavalcata unica nel suo genere. I playoff scudetto, il mini-campionato tra le prime sei classificate al termine della stagione regolare, sono stati semplicemente perfetti. L’ultimo atto, l’incontro casalingo contro il Gent, è stato l’ultimo tassello della volata scudetto comunque non sgombra di tensioni e paure.
Al gol iniziale di Ivanovic (11′) rispondono gli ospiti con Guðjohnsen, allo scadere di tempo (46′). Con le squadre al riposo sull’1-1 si inizia a temere che l’impresa possa sfumare e il titolo sfuggire. Il solo punto di vantaggio sul Club Bruges è poco per scacciare i fantasmi. La ripresa è un assedio e le cose non cambiano. L’allenatore saint-gilloise, Pocognoli, allora cambia: al 58′ fuori Khalaili e Fuseini, dentro Castro-Montes e Promise. Passano dieci minuti e proprio quest’ultimo realizza il gol del 2-1, che vuol matematica certezza di titolo nazionale. Sempre Promise, sette minuti più tardi, di testa realizza il 3-1 della tranquillità e della festa, che si trascina per tutta la notte.
Squadra e tifosi celebrano insieme sul campo, aperto ai sostenitori per la festosa invasione gestita per permettere di realizzare l’abbraccio di un popolo ad una squadra che torna ai vecchi fasti. Perché l’Union Saint Gilloise, squadra regina del calcio di un football che non c’è più, da quando è risalita nella massima serie ha sempre occupato posizioni di vertice. Il titolo arriva probabilmente nella stagione per certi aspetti ‘peggiore’ dal 2021 a questa parte, con i gialloblu che accedono ai playoff scudetto da terzi in classifica (peggior piazzamento dal ritorno nella massima serie) e dopo aver visto titoli sfumare dopo aver dominato la stagione regolare.
Saint-Gilles, squadra e municipalità di Bruxelles, si riprendono la loro rivincita, a coronamento di una ristrutturazione societaria che ha visto promozione, vittoria della coppa del Belgio, vittoria della Supercoppa – la prima della sua storia – e ora la chiusura del cerchio con il campionato. Tre trofei nell’arco di un anno solare: è l’Union qui sourit (E’ l’Union che sorride), come recita l’inno del club, è l’Union che domina come il periodo d’oro che fu. I tifosi tornano a respirare l’atmosfera del passato, festeggiando ancora una volta nello storico stade Marien, in attesa di un nuovo impianto su cui la nuova proprietà punta e conta di procedere in tempi brevi. Altre questioni per altri momenti. Ora è il momento della festa.
Il comune di Saint-Gilles apre le porte all’intera squadra, che si affaccia sulla scalinata dell’ingresso con il trofeo per una festa collettiva protrattasi fino a notte inoltrata. Cori da stadio, e anche la partecipazione straordinaria di Johnson Righeira, tifoso d’eccezione che ha intonato ‘Vamos a la Playa’, tormentone degli anni Ottanta diventato un secondo inno del mondo giallo-blu di Saint-Gilles.