Bruxelles – Una delegazione dei familiari delle vittime della Dana, l’alluvione che ha devastato Valencia nell’ottobre 2024, ha visitato oggi (13 maggio) le massime istituzioni dell’Ue a Bruxelles per chiedere verità, giustizia e assunzione di responsabilità. Il gruppo è stato ricevuto dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dalla presidente del Parlamento Roberta Metsola, a cui è stata consegnato una lettera in cui si denunciano gravi omissioni da parte delle autorità spagnole e valenziane nella gestione dell’emergenza e nel trattamento delle vittime. In questa occasione, le famiglie hanno rinnovato il loro appello: “Non chiediamo vendetta, ma verità e giustizia”.
I rappresentanti hanno sottolineato come l’inondazione che ha colpito la comunità valenciana, causando 228 morti, non è stata solo una catastrofe naturale, ma una tragedia “politica, amministrativa e umana”. Dopo mesi di silenzio e rimpalli istituzionali, hanno scelto di portare la loro voce in Europa, convinti che “le istituzioni comunitarie siano l’ultima speranza per chi è stato dimenticato dallo Stato”. Hanno chiesto alla Commissione europea di denunciare la mancanza di tutela dei diritti fondamentali, l’assenza di trasparenza e l’impunità delle autorità responsabili della gestione del disastro.
Nel colloquio con von der Leyen e Metsola, i familiari hanno chiesto l’apertura di un’indagine indipendente a livello europeo per accertare se le gravi negligenze istituzionali abbiano contribuito alla morte dei loro cari. “Ci sono dirigenti pubblici che sapevano, che avevano accesso a dati e previsioni, ma che non hanno fatto nulla. E oggi quelle stesse persone occupano ancora cariche di potere”, ha dichiarato Christian Lesaec, presidente dell’Asociación Damnificados DANA Horta Sud Valencia. Il loro obiettivo è che l’Ue si faccia garante di un’indagine autonoma e imparziale, in grado di spezzare l’omertà e la protezione politica che, secondo loro, ha bloccato ogni possibilità di verità a livello locale.
La delegazione ha espresso soddisfazione per l’ascolto ricevuto in sede europea, in netto contrasto con l’indifferenza sperimentata in Spagna: “In meno di un’ora siamo stati ascoltati più che in cinque anni dalle istituzioni valenciane”, ha dichiarato una portavoce, richiamando anche l’alluvione del 2019. Particolarmente dura è stata la critica al presidente della Generalitat Valenciana, Carlos Mazón, a cui viene imputato un atteggiamento di chiusura e insabbiamento. I familiari hanno chiesto pubblicamente le sue dimissioni, affermando che: “Non può continuare a governare chi ha permesso che si voltasse lo sguardo di fronte a morti evitabili”.
Nella loro denuncia non manca la richiesta di riforme: oltre alla creazione di una commissione parlamentare europea d’inchiesta, è stata chiesta l’adozione di un protocollo europeo per la gestione delle vittime di disastri climatici. “Non siamo qui per pietà. Siamo qui perché abbiamo il diritto di sapere perché i nostri figli, genitori, fratelli sono morti, e di sapere chi aveva il dovere di proteggerli e ha fallito”, ha concluso Lesaec.